Premio Mario Rigoni Stern
“L’IMPERO IN QUOTA” di Silvia Giorcelli Bersani (Ed. Einaudi)


LA MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
”L’impero in quota” ricostruisce con grande ricchezza di fonti il secolare rapporto tra i Romani e le Alpi: militare, sociale e culturale. Il felice piglio narrativo rende l’erudizione un grande e sfaccettato racconto. L’approccio antropologico-culturale si apre in altre dinamiche molto attuali sull’abitare oggi in montagna e sul ruolo delle Alpi in Europa.
LA BIOGRAFIA
Silvia Giorcelli Bersani, docente di Storia romana ed Epigrafia latina all’Università di Torino, si è occupata nei suoi studi dei processi di romanizzazione nell’età dell’imperialismo e delle strutture politiche e sociali delle comunità in area alpina e cisalpina. Si interessa inoltre di eredità culturale del passato tra XVI e XX secolo, con particolare attenzione alla storiografia e alle antichità sabaude. Da alcuni anni indirizza le sue ricerche anche alla storia delle donne in età romana.
Nella sua bibliografia si segnalano le edizioni critiche di testi epigrafici (Alba, Vercelli, Aosta) e i volumi monografici: Il laboratorio dell’integrazione. Bilinguismo e confronto multiculturale nell’Italia della prima romanità (2002), Epigrafia e storia di Roma (2004), L’Auctoritas degli antichi. Hannah Arendt tra Grecia e Roma (2010), Torino «capitale degli studi seri». Carteggio Theodor Mommsen-Carlo Promis (2014), «Monsieur le Professeur…». Correspondances italiennes 1853-1888 Theodhor Mommsen – Carlo, Domenico, Vincenzo Promis (con F. Carlà-Uhink, 2018). Per Einaudi ha pubblicato L’impero in quota (2019). Ha presieduto il Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo torinese.
“L’impero in quota” (Ed. Einaudi) analizza l’occupazione romana delle Alpi (dapprima per mere ragioni politiche e strategiche) e la progressiva comprensione da parte degli occupanti di un territorio inizialmente percepito come ostile e disagiato, e successivamente riconosciuto nelle sue valenze di serbatoio di materie prime e potenziale incubatore di sviluppo economico.
Premio Guardiano dell’Arca Osvaldo Dongilli
Mario Brunello


LA MOTIVAZIONE DEL COMITATO ORGANIZZATORE
Con i suoi concerti sulle Dolomiti, ma anche sull’Etna e sul monte Fuji, Mario Brunello ha portato la musica in montagna e la montagna nella musica, contribuendo ad arricchire entrambe di emozioni e valori inediti, e portando un pubblico eterogeneo ma via via sempre più coinvolto ad apprezzare – insieme – il silenzio dei grandi spazi incontaminati, i suoni del bosco e della natura e i capolavori dei grandi maestri della musica.
LA BIOGRAFIA
Il violoncellista Mario Brunello è nato a Castelfranco Veneto il 21 ottobre 1960. Ha studiato al Conservatorio di Venezia ed è stato il primo musicista italiano a vincere il Concorso internazionale Tchajkovsky di Mosca nel 1986, che lo ha lanciato sulla scena internazionale. Da allora ha suonato nelle maggiori sale da concerto e con molti dei più importanti ensemble del mondo.
In qualità di ideatore e direttore artistico dei festival Arte Sella e I Suoni delle Dolomiti ha portato la sua musica anche sulle vette dolomitiche, ma si è esibito anche sull’Etna, sul monte Fuji, sulle rocce di Matera e nel deserto del Sahara. La sua grande libertà espressiva lo ha portato a realizzare progetti innovativi, che coinvolgono forme d’arte e saperi diversi, con artisti contemporanei quali Gian Maria Testa, Vinicio Capossela, Uri Caine, Maddalena Crippa e Marco Paolini.
Brunello suona il prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi. A Castelfranco Veneto, sua città natale, promuove concerti, corsi, masterclass, nonché mostre e incontri culturali, nel Capannone Antiruggine, un antico laboratorio del ferro. È autore dei due libri “Fuori con la musica” (Rizzoli, 2011) e “Silenzio” (Il Mulino, 2014).
LE INTERVISTE

Intervista a Silvia Giorcelli Bersani
Intervista a Mario Brunello